Vita

by Vargas

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1.
JENEREXON INUTILIS di non giustificarci troppo, né di chiederci troppo scusa di capirci qualcosa e di non lasciarci ingannare di fornirci ragioni e idee di non dimenticarci, né di ricordarci inventati di voler bene alle cose difficili di rispettare noi stessi e le nostre parole di non cedere al chiasso né alla stupidità di non farci comodi né scontati, né solo i comodi nostri scontati cerchiamo di spiegarci così, da anni cerchiamo di spiegarci così, da anni cerchiamo di spiegarci così da anni di non esser zimbelli né furfanti di domandarci come sono fatte le cose difficili da dentro di non spaventarci per un baubau, ma di vedere le zanne affilate di sapere che c'è stato un passato, che ci sarà un futuro di distinguere nel buio come i gatti, nel silenzio come i pipistrelli e le talpe di scrivere sulle pietre cerchiamo di spiegarci così, da anni cerchiamo di spiegarci così, da anni cerchiamo di spiegarci così da anni di indagare se c'è spazio per le cose difficili, se davvero sono mirabili cerchiamo di spiegarci così da anni di sapere che c'è stato un passato, che ci sarà un futuro cerchiamo di spiegarci così da anni da anni da anni
2.
Maledizione 05:24
MALEDIZIONE Eri bambino e non credevi alle parole dei grandi. Non capivi. Il centrino di pizzo sul tavolo. Le stelle nel giorno della tua nascita. Confondevi già allora i tuoi giochi con la realtà: un contrasto stridente. Sei rimasto solo sul palcoscenico, nel teatro buio; giochi col trenino dello spettacolo, lo guardi infilarsi dietro le quinte, scomparire. Pensi con dolcezza alla strada che ti ha portato fin lì, epica e comica. Avevi ragione , non bisognava credere alle parole dei grandi, non così come sono, almeno. Più utile poteva risultare, invece, lo studio delle stelle; certo, le stelle viste dalle montagne, da più vicino, tra lo scorrere dell'acqua dei torrenti: perché da qualche parte lassù doveva esserci lo stampo, la tua figura sospesa tra galassie e nebulose. Torni a casa sotto la pioggia, stanco e allegro nell'impermeabile in una città straniera. Adesso che credi alle parole dei grandi, le raccogli, ne fai collezione, le porti a svelarsi alla luce delle stelle, chi sei tu, esattamente? Ti sei dato un incarico e lo porti avanti, a volte come una missione, altre come un lavoro. Adesso che usi le parole dei grandi, le studi come fossero stelle, al microscopio, frammenti di firmamento, adesso che cammini all'indietro sul palcoscenico, con la testa tra le nuvole e un tappeto volante sotto i piedi, vedi che è tutta una maledizione, tutta una grande risata? Lo vedi. Tuttavia non ti sconforti. Perché tu sei la tua maledizione, la tua risata, il tuo lavoro. Tuttavia non ti sconforti. Perché tu sei la tua maledizione, la tua risata, il tuo lavoro. Il tuo lavoro, il tuo lavoro, il tuo lavoro.
3.
DATO CHE FINALMENTE Dato che finalmente Sai camminare senza incertezze su una fune, Sai mangiare con le mani e dormire sul culo, Sai camminare per la città con i guai in tasca, Sai stare con disinvoltura nel posto sbagliato, Sai essere indipendente come dice Ikea, Sai dare un'informazione in inglese,(per esempio, se uno ti chiede: - Excuse me, do you know where is the right place? sai dirgli: - No. I don’t I am not from here), Sai scordarti di salutare, anche di dire buone feste, Sai essere saltuario, anche con te stesso, sai dare abbracci pericolanti, Sai ricevere abbracci pericolanti, Sai fuggire correndo all'indietro, sai parlare con ladri e gendarmi, sai tornare a casa da solo, sai sparire il venti del mese, sai amare il cinque del mese, il cinque di cuori e il cinque di picche, con la stessa intensità, sai dire hola e adiòs, sai voltarti dall'altra parte, sai ridere di quasi tutto, sai piangere di quasi tutto, sai dormire poco, sai lasciar perdere, soprattutto questo, sai lasciarti perdere, allora, buon compleanno.
4.
Terra! 05:05
TERRA! Il porto era una porta aperta e carica di promesse E ci piaceva stare lì, senza mai partire Come fosse l'unico modo per viverle tutte quelle promesse Ma un giorno me ne andai, senza salutare Libero! Niente ormeggi Libero! Di partire Itaca, Rodi, Creta Far Oer, Ebridi, Islanda In ogni porto scrivo il mio nome Lo vedo volare, unirsi all'acqua Farsi lama di luce lampo d'argento abisso corrente. Poi di nuovo fiume, sorgente linfa, radici Terra! Terra! Terra. Sei tu la mia terra. Libero! Finalmente Libero! Di restare

about

‘Vita’ è un viaggio attraverso alcune tappe fondamentali che caratterizzano un’esistenza. Si parte dalla gioventù, età ricca di principi e poco incline ai compromessi. Durante gli anni si fa strada un senso di disillusione che spesso caratterizza il percorso verso l'età adulta, finché non si viene a patti con ciò che si è diventati, nel bene e nel male, quando si raggiunge qualche sorta di equilibrio interiore. Il percorso si conclude, ma rimane aperto, con una rinascita... interiore o fisica.

credits

released May 20, 2022

Testi di Paolo Gravela aka Lino Graz eccetto Traccia 4 ('Terra!', testo di Giovanni Vargiu).
Musiche Giovanni Vargiu eccetto Traccia 3 ('Dato che finalmente', musica di Giovanni Vargiu e Domenico Canu)
Produzione e arrangiamenti Luca Bossi & Dr. Nick.

Giovanni Vargiu: voci e chitarre
Luca Bossi: programmazioni, basso, tastiere, chitarre, back vocals
Nick Lamberti: batteria, percussioni, back vocals.

Rec @ Mirror Studio (San Vittore Olona - Milano) e Fort Apache Studio (Sassari).
Mastering: Eleven Studio (Busto Arsizio - Varese).

Foto di copertina: Anna Bozzano.

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Vargas Sassari, Italy

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