1. |
Jenerexon inutilis
04:17
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JENEREXON INUTILIS
di non giustificarci troppo, né di chiederci troppo scusa
di capirci qualcosa e di non lasciarci ingannare
di fornirci ragioni e idee
di non dimenticarci, né di ricordarci inventati
di voler bene alle cose difficili
di rispettare noi stessi e le nostre parole
di non cedere al chiasso né alla stupidità
di non farci comodi né scontati, né solo i comodi nostri scontati
cerchiamo di spiegarci così, da anni
cerchiamo di spiegarci così, da anni
cerchiamo di spiegarci così
da anni
di non esser zimbelli né furfanti
di domandarci come sono fatte le cose difficili da dentro
di non spaventarci per un baubau, ma di vedere le zanne affilate
di sapere che c'è stato un passato, che ci sarà un futuro
di distinguere nel buio come i gatti, nel silenzio come i pipistrelli e le talpe
di scrivere sulle pietre
cerchiamo di spiegarci così, da anni
cerchiamo di spiegarci così, da anni
cerchiamo di spiegarci così
da anni
di indagare se c'è spazio per le cose difficili, se davvero sono mirabili
cerchiamo di spiegarci così da anni
di sapere che c'è stato un passato, che ci sarà un futuro
cerchiamo di spiegarci così da anni
da anni
da anni
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2. |
Maledizione
05:24
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MALEDIZIONE
Eri bambino e non credevi alle parole dei grandi. Non capivi. Il centrino di pizzo sul tavolo. Le stelle nel giorno della tua nascita. Confondevi già allora i tuoi giochi con la realtà: un contrasto stridente.
Sei rimasto solo sul palcoscenico, nel teatro buio; giochi col trenino dello spettacolo, lo guardi infilarsi dietro le quinte, scomparire. Pensi con dolcezza alla strada che ti ha portato fin lì, epica e comica.
Avevi ragione , non bisognava credere alle parole dei grandi, non così come sono, almeno. Più utile poteva risultare, invece, lo studio delle stelle; certo, le stelle viste dalle montagne, da più vicino, tra lo scorrere dell'acqua dei torrenti: perché da qualche parte lassù doveva esserci lo stampo, la tua figura sospesa tra galassie e nebulose.
Torni a casa sotto la pioggia, stanco e allegro nell'impermeabile in una città straniera. Adesso che credi alle parole dei grandi, le raccogli, ne fai collezione, le porti a svelarsi alla luce delle stelle, chi sei tu, esattamente? Ti sei dato un incarico e lo porti avanti, a volte come una missione, altre come un lavoro.
Adesso che usi le parole dei grandi, le studi come fossero stelle, al microscopio, frammenti di firmamento, adesso che cammini all'indietro sul palcoscenico, con la testa tra le nuvole e un tappeto volante sotto i piedi, vedi che è tutta una maledizione, tutta una grande risata? Lo vedi. Tuttavia non ti sconforti. Perché tu sei la tua maledizione, la tua risata, il tuo lavoro.
Tuttavia non ti sconforti. Perché tu sei la tua maledizione, la tua risata, il tuo lavoro.
Il tuo lavoro, il tuo lavoro, il tuo lavoro.
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3. |
Dato che finalmente
04:20
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DATO CHE FINALMENTE
Dato che finalmente
Sai camminare senza incertezze su una fune,
Sai mangiare con le mani e dormire sul culo,
Sai camminare per la città con i guai in tasca,
Sai stare con disinvoltura nel posto sbagliato,
Sai essere indipendente come dice Ikea,
Sai dare un'informazione in inglese,(per esempio, se uno ti chiede:
- Excuse me, do you know where is the right place?
sai dirgli:
- No. I don’t I am not from here),
Sai scordarti di salutare, anche di dire buone feste,
Sai essere saltuario, anche con te stesso,
sai dare abbracci pericolanti,
Sai ricevere abbracci pericolanti,
Sai fuggire correndo all'indietro,
sai parlare con ladri e gendarmi, sai tornare a casa da solo,
sai sparire il venti del mese, sai amare il cinque del mese,
il cinque di cuori e il cinque di picche, con la stessa intensità,
sai dire hola e adiòs,
sai voltarti dall'altra parte, sai ridere di quasi tutto,
sai piangere di quasi tutto,
sai dormire poco,
sai lasciar perdere, soprattutto questo,
sai lasciarti perdere, allora, buon compleanno.
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4. |
Terra!
05:05
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TERRA!
Il porto era una porta
aperta e carica di promesse
E ci piaceva stare lì, senza mai partire
Come fosse l'unico modo per viverle tutte
quelle promesse
Ma un giorno me ne andai, senza salutare
Libero!
Niente ormeggi
Libero!
Di partire
Itaca, Rodi, Creta
Far Oer, Ebridi, Islanda
In ogni porto scrivo il mio nome
Lo vedo volare, unirsi all'acqua
Farsi lama di luce
lampo d'argento
abisso
corrente.
Poi di nuovo fiume, sorgente
linfa, radici
Terra!
Terra!
Terra.
Sei tu la mia terra.
Libero!
Finalmente
Libero!
Di restare
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